Le prime fonti storiche registrano l’esistenza del nucleo principale e delle stalle nel catasto leopoldino del 1765. In una pietra nella facciata e’ riportata la data del 1711 ma analizzando le sovrapposizioni del basamento della casa si vedono parti di muro più massicce e sicuramente precedenti. Alcuni ritrovamenti di statuette e di monete bronzee con l’effigie di Giano Bifronte avvenuti negli anni passati ci fanno però ipotizzare una storia ancora più antica del sito, e forse la presenza di qualche tipo di culto legato a quest’ultimo, come potrebbe anche farci intuire il toponimo del comune sottostante che è proprio Subbiano, forse derivante da “sub Ianus” ovvero sotto (il tempio) di Giano… Ipotesi suggestive ma forse azzardate… Di certo c’è la presenza di molte sorgenti, con tracce di canalizzazioni molto remote, ed è noto che dal periodo romano in poi le vie di comunicazione avevano tutte percorsi in quota se a questo si aggiunge la possibilità di trovare acqua in qualsiasi periodo dell’anno il luogo potrebbe aver avuto un forte potere di attrazione sugli antichi viaggiatori che dal periodo etrusco in poi hanno attraversato il casentino…
Il nome della casa deriva dalla presenza della “burraia” a fianco delle costruzioni, una stanza che potrete visitare a fianco della fonte, sotto i platani per questo chiamati “da burro” e censiti nel registro toscano degli alberi storici (età stimata 300 anni). La stanza sotterranea fu costruita per accogliere all’interno una sorgente tuttora attiva che ne mantiene la temperatura intorno ai 7 gradi, per questo era usata per conservare il burro frutto della lavorazione del latte dei bovini che erano allevati nell’alpe di Catenaia fin dal ‘700.